Lo stile delfino, noto anche come farfalla, è uno degli stili più spettacolari e tecnicamente impegnativi del nuoto moderno, si caratterizza per i movimenti potenti e sincronizzati di braccia e gambe, che richiedono una grande forza e coordinazione. Questo stile ha una storia relativamente recente rispetto ad altri stili come la rana o il dorso, e nasce come evoluzione da una variante della rana negli anni '30, prima di essere riconosciuto ufficialmente come stile autonomo dalla FINA negli anni '50.
Il delfino combina potenza, velocità e una tecnica complessa che lo rende visivamente affascinante, ma anche molto impegnativo da eseguire correttamente.
Origini dello stile delfino
Lo stile delfino nacque negli anni '30 come una variante della rana, uno degli stili più lenti del nuoto, durante questo periodo infatti , i nuotatori cercavano di migliorare la velocità nella rana, sperimentando tecniche che riducessero la resistenza in acqua aumentandone le prestazioni.
Un'innovazione cruciale fu introdotta da alcuni nuotatori che cominciarono a eseguire la bracciata fuori dall'acqua durante le gare di rana, anziché sotto la superficie. Questo movimento, inizialmente controverso, portava a un aumento significativo della velocità.
Uno dei primi pionieri di questa tecnica fu l'americano Henry Myers, che iniziò a utilizzare una bracciata sopra la superficie nelle gare di rana negli anni '30. Questo nuovo approccio era più veloce, ma non era ancora accompagnato da un cambiamento nella tecnica delle gambe, che rimaneva legata alla spinta tipica della rana.
L'introduzione del movimento a delfino
La vera svolta per lo stile delfino arrivò con l'introduzione di un nuovo tipo di movimento delle gambe. Nel 1935, il nuotatore americano Jack Sieg, studente dell'Università dell'Iowa, iniziò a sperimentare un movimento delle gambe che imitava il nuoto dei delfini. Sieg sostituì il classico calcio a rana con un movimento ondulatorio delle gambe, in cui entrambe si muovevano insieme in modo sincrono, spingendo il corpo in avanti. Questo movimento, oggi noto come calcio a delfino, era molto più efficiente e armonioso con la bracciata sopra la superficie, migliorando la propulsione complessiva e riducendo la resistenza in acqua.
L'introduzione del calcio a delfino completò il processo di evoluzione di quello che oggi conosciamo come stile farfalla. La nuova combinazione di bracciata e gambe rese lo stile più veloce e armonioso, separandolo nettamente dalla rana tradizionale.
Riconoscimento ufficiale dello stile delfino
Negli anni successivi, l'uso della bracciata sopra la superficie e del movimento delle gambe a delfino si diffuse sempre di più nelle gare di rana. Tuttavia, questa tecnica suscitò numerose polemiche, poiché alcuni la consideravano una violazione delle regole della rana tradizionale, che prevedevano che braccia e gambe dovessero muoversi simultaneamente sotto la superficie.
Per risolvere la controversia, nel 1953 la FINA (Fédération Internationale de Natation) decise di separare ufficialmente lo stile farfalla dalla rana, riconoscendolo come uno stile di nuoto nuovo e autonomo. Questa decisione permise al delfino di diventare uno degli stili principali nelle competizioni internazionali, a fianco dello stile libero, del dorso e della rana.
Nel 1956, lo stile delfino fece il suo debutto ai Giochi Olimpici di Melbourne, segnando l’inizio della sua era come disciplina a sé stante.
Caratteristiche tecniche dello stile delfino
Lo stile delfino richiede una coordinazione perfetta tra il movimento delle braccia, delle gambe e del corpo, rendendolo uno degli stili più complessi da padroneggiare.
1. Movimento delle braccia: Le braccia si muovono simultaneamente in un ampio arco, entrando e uscendo dall'acqua insieme. Dopo aver spinto verso il basso, le braccia eseguono una trazione e spinta sotto la superficie e poi escono nuovamente dall’acqua per iniziare una nuova bracciata.
2. Movimento delle gambe: Il movimento delle gambe è conosciuto come "calcio a delfino". Le gambe si muovono insieme in modo ondulatorio, con un’energica spinta verso il basso e un ritorno più leggero verso l'alto. Questo battito contribuisce notevolmente alla propulsione e permette di mantenere il corpo in movimento.
3. Movimento del corpo: Il corpo del nuotatore esegue un movimento ondulatorio, che parte dalle spalle e si propaga verso i piedi. Questo movimento continuo permette al nuotatore di scivolare in acqua minimizzando la resistenza.
4. Respirazione: La respirazione nello stile delfino è particolarmente complessa. Il nuotatore solleva la testa fuori dall'acqua durante la fase di trazione delle braccia, prendendo rapidamente aria prima di riimmergersi. La respirazione deve essere coordinata con il movimento delle braccia e delle gambe per evitare rallentamenti.
5. Partenza e virata: La partenza nello stile delfino è simile a quella dello stile libero, con una potente spinta dal blocco di partenza. Dopo l'ingresso in acqua, il nuotatore esegue una serie di gambate subacquee a delfino, che massimizzano la velocità prima di riemergere per iniziare la fase di nuoto in superficie.
Il delfino nelle competizioni internazionali
Dopo il suo debutto olimpico nel 1956, lo stile delfino è diventato una delle discipline principali nel nuoto agonistico. Le gare di 50m , 100 metri e 200 metri farfalla sono presenti sia alle Olimpiadi che ai Campionati Mondiali di Nuoto.
Alcuni dei più grandi nuotatori della storia, come Michael Phelps, hanno raggiunto il massimo successo proprio grazie a questo stile. Phelps, con la sua tecnica impeccabile e la straordinaria potenza, ha stabilito numerosi record mondiali nello stile farfalla, superando i limiti di ciò che è possibile in questo stile.
Versatilità dello stile delfino
Pur essendo uno stile un po’ più di nicchia rispetto agli altri, la nuotata a delfino trova la sua applicazione almeno parziale in contesti come:
1. Nuoto subacqueo: Il movimento ondulatorio tipico dello stile delfino è estremamente efficace per il nuoto subacqueo in apnea con la monopinna.
2. preparazione fisica: Il delfino è uno degli stili che richiedono maggiore forza fisica, in particolare a livello delle spalle, del core e delle gambe. Per questo motivo, molti nuotatori professionisti includono esercizi legati allo stile delfino nei loro allenamenti, anche se non è il loro stile principale, poiché aiuta a sviluppare potenza e resistenza.
3. Nuoto artistico: Il movimento ondulatorio dello stile delfino è spesso utilizzato anche nel nuoto artistico, dove è apprezzato per la sua fluidità e armonia. Anche se non viene eseguito nella suaforma completa, gli elementi del delfino sono incorporati nelle coreografie per esprimere grazia e controllo del corpo in acqua.